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Esplosione a Ercolano

Nella casa di Ercolano 350 kg di polveri. Ne sono bastati 10 di miscela esplosiva per uccidere tre persone

Per gli artificieri la fabbrica abusiva di fuochi d’artificio di Ercolano (Napoli) è stata distrutta dall’esplosione di circa 10 chili di miscela esplosiva; nella casa c’era l’occorrente per prepararne almeno 300 chili.
A cura di Nico Falco
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I carabinieri sul luogo dell'esplosione, ad Ercolano
I carabinieri sul luogo dell'esplosione, ad Ercolano
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L'esplosione che ha ucciso Samuel Tafciu e le sorelle Sara e Aurora Esposito è stata causata da un quantitativo di miscela esplosiva tra i 5 e i 10 chili, ma in quella abitazione di contrada Patacca ad Ercolano (Napoli) erano stipati almeno 350 chili di polveri per realizzare i botti non ancora miscelate: una potenziale polveriera che avrebbe potuto distruggere non soltanto l'immobile ma devastare anche le abitazioni vicine. Il dato, ricostruito durante i sopralluoghi dei vigili del fuoco, è riportato nel fermo eseguito dai carabinieri nei confronti di Pasquale Punzo, proprietario di fatto dell'immobile, ora in carcere a Poggioreale; tra le accuse che la Procura contesta all'uomo c'è l'omicidio con dolo eventuale: per gli inquirenti, pur non volendo deliberatamente uccidere i tre ragazzi, ha coscientemente creato le condizioni perché ciò potesse accadere e ne ha accettato il rischio.

La casa di Ercolano imbottita di polveri per esplosivi

Quando i vigili del fuoco sono arrivati sul posto, al civico 94 di via Patacca, è stato subito chiaro cosa stava succedendo in quell'immobile: disseminati sul terreno c'erano centinaia di involucri per fuochi d'artificio. E due corpi, quelli delle due gemelle, all'interno della baracca. Hanno potuto recuperarli soltanto il giorno successivo, troppo alto il rischio che si verificassero altre esplosioni. Il primo cadavere recuperato è stato quello del giovane albanese: la potenza della deflagrazione lo aveva scagliato a una distanza di circa 50 metri.

Nel provvedimento di fermo della Procura di Napoli si legge che in quella casa c'erano numerosi sacchi di perclorato di potassio, per un totale di 300 chili, non ancora miscelati; da solo non è pericoloso, ma viene usato per preparare miscele esplosive, come la "polvere flash" (o "flash powder") dei petardi. C'erano, inoltre, altri bidoni pieni di polveri, per ulteriori 50 chili. Per gli artificieri dei carabinieri, il quantitativo che aveva generato l'esplosione era "tra i 5 e i 10 chili circa, costituito da un quantitativo di cilindri muniti di tappo, e miscela esplosiva al suo interno", a cui va aggiunta la miscela esplosiva usata per il caricamento.

Le cause dell'esplosione nel laboratorio clandestino

Il tipo di esplosivo non può essere determinato con certezza, in quanto si tratta di "non convenzionale e non riconosciuto", quindi non rientrante in nessuna categoria di classificazione. Per gli artificieri è plausibile che le tre vittime fossero all'interno dell'immobile per caricare i cilindri con la miscela ad effetto detonante quando "con ogni probabilità, durante le operazioni di caricamento e per una semplice causa esterna (urto, sfregamento, aumento di calore) si è determinata l'attivazione della miscela esplosiva".

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